sabato 31 maggio 2014

EFT per dire "l'indicibile"


fonte immagini: web




Marco ha 28 anni ed è innamorato di Nadia.
E' felice e soddisfatto.
Anche sul lavoro va tutto bene.

Il problema?

Gli hanno offerto una promozione e un validissimo lavoro; all'estero.
Lui intende accettare, ma sa che, almeno per il momento, Nadia non può seguirlo.
Teme che dirle che vuole andar via complicherà la loro relazione, teme che lei soffrirà, che penserà che lui voglia abbandonarla.

Marco pensa che la verità sia "indicibile".

Gli chiedo che emozione sta provando.
Risponde che prova Paura, paura di deluderla, paura di farla soffrie, paura di perderla, PAURA, PAURA, PAURA!!!!!

Gli chiedo di picchiettare e ripetere:

ANCHE SE PROVO UNA GRANDE PAURA, ALL'IDEA DI DIRE A NADIA LA VERITA', TUTTO QUESTO PUO' CAMBIARE E CAMBIA MENTRE LO OSSERVO.

Marco continua a picchietare e chiude gli occhi... Il suo viso è agitato, per qualche minuto osservo i cambiamenti della sua espressione, influenzati dai pensieri che gli passano nella mente....

Dopo un pò Marco apre gli occhi e mi dice: Mi sono ricordato quella volta che a cinque anni ho rotto un vaso prezioso per mia mamma. Mi sentivo una morsa nello stomaco. Avevo paura delle sue reazioni, paura di deluderla, paura di non essere amato mai più. Per me confessarle la verità era impossibile, ma quando l'ha scoperta è stato ancora peggio.

Picchiettiamo:

Anche se c'è ancora la traccia di questo evento recupero tutta l'energia che la compone e la riallineo al mio centro.

Anche se nel mio spazio personale è rimasta la traccia di quella immagine congelata e abituale di mia madre che mi scopre, recupero tutta la mia energia coinvolta nella sua creazione e la riallineo al mio centro.

Anche se una parte di me ha ancora cinque anni e io ho ancora paura di deludere come allora, recupero tutta la mia energia che la compone e la riallineo al mio centro...

Anche se penso che Nadia non mi capirà,  e non mi amerà più e questa cosa mi fa paura mi apro alla possiblità di essere sincero....

Anche se credo che dicendo la verità tutta la mia vita andrà in tanti pezzettini minuscoli e mi finirà sotto le scarpe, scelgo di rilassarmi..

Anche se in me c'è la traccia della fantasia che parlare con Nadia sarà un disastro e io non sarò mai più felice in nessun secondo della mia vita, nemmeno per sbaglio quando dormo o sono distratto... scelgo di fare ciò che è meglio per me...

Anche se mi rifiuto di dire la verità.... scelgo di dire la verità tutta la verità, nient'altro che la verità, ma dirò subito dopo che mentivo....  

Anche se piuttosto che dire la verità mi faccio dare per disperso, così almeno non ho detto a Nadia questa cosa....ma poi la perdo lo stesso....

Anche se in me c'è ancora un bambino addolorato che teme di fare una marachella e perdere l'amore di chi ama, recupero tutta la mia energia legata a questa parte di me e la riallineo al mio centro...

Andiamo avanti così per un bel pò, sciogliendo ogni singolo aspetto che emerge picchiettando e che Marco ritiene che gli crei un rilevante disagio a livello emotivo.

Dopo un'ora di picchiettamento Marco ride.... finalmente è in grado di realizzare che si trovava in uno stato reattivo dovuto  ad un ricordo passato che tratteneva parte della sua energia vitale nel passato e complicato dalle fantasie anticipatorie "catastrofiche" che lo spostavano ancora di più dal presente.

Quando va via afferma che la sera stessa parlerà con la sua fidanzata con il cuore in mano, confessandole anche che spera che lei lo possa raggiungere appena sistemate le cose per sposarlo...


Dopo una settimana mi telefona e mi confida che è andato tutto bene.
Avendo ritrovato il contatto con il presente e dopo avere preso consapevolezza dello schema con il quale agiva, Marco è stato in grado di esternare ogni suo sentimento, idea o paura alla donna che ama e lei ha accolto i suoi progetti con altrettanta apertura assicurandogli che faranno insieme un passo alla volta per costruire il loro futuro.







Virna Trivellato
Life Coach
Operatrice e insegnante di E.F.T.

sabato 24 maggio 2014

Quando il lavoro si fa duro i duri cominciano a picchiettare... e tutto si ammorbidisce!!! di Marta Brivitello

Se prima di conoscere le tecniche energetiche spesso mi capitave di farmi abbattere dagli eventi, ora succede molto più di rado. In quei casi non perdo l'occasione per scovare le vere cause del mio malessere ed elaborarle usando gli strumenti che conosco (Eft integrato e Logosintesi) affinchè tutto torni a splendere!

Ecco la mia avventura di qualche settimana fa:
Pausa pranzo di un giorno lavorativo in vivaio ore 13,15
Sento molta tristezza- occhi pesanti
Mi siedo e comincio ad attivare i punti sui meridiani chiedendomi:

cosa attiva questa tristezza?

"ho solo 30 min di libertà" quindi lavoro = prigione

 mi viene in mente l'episodio della mattina in cui la responsabile mi dice che (tra i tanti lavori che devo fare) devo lavare il vetro della porta d'ingresso dell'ufficio.
Tornando a quel momento ora sento una tristezza infinita - lacrime

cosa attiva questa tristezza?

scovo la 'fantasia che la responsabile non mi ordini quel lavoro'
"anche se nel mio spazio di percezione è rimasta la fantasia che la responsabile non mi ordini il lavoro di pulizia vetri e sto ancora reagendo ad essa recupero tutta la mia energia che ho usato per creare e sostenere questa fantasia e la riporto nel mio centro"
Ora mi torna in mente quell'inverno piovoso in cui ho lavato da sola tutte le vetrate dell'ufficio e picchiettando su quel triste momento lavorativo cala il livello di stress.
Dopo poco mi torna alla memoria quando, anni prima, avevo eseguito lo stesso lavoro con la mia collega (che ora si è licenziata) ed era stato molto più leggero

Grazie alle frasi di Logosintesi lascio andare la fantasia di lavorare ancora con la mia simpatica collega

Ora mi sento molto meglio e il buon umore è tornato... quindi, una volta elaborati gli eventi del passato che ancora mi condizionano e le fantasie che la realtà sia diversa da quella che è, posso vivere il presente senza filtri che lo appesantiscono e orientare la mia vita nella direzione che desidero...
e una frase mi esce dal cuore
"Anche se finora mi sono adattata/limitata a fare ciò che volevano gli altri IO SONO QUI PER FARE ALTRO"
 "Anche se a qualche livello attiro il fatto che sono richiesta per fare lavori che non mi interessano (lavare vetri, togliere erba, rompere sacchi di terriccio, scrivere a pc) tutto questo può cambiare e cambia mentre lo osservo"
sento che io sono qui per insegnare le tecniche energetiche e ne sono sicura
"anche se qualcosa in me sta rallentando il mio cammino di insegnante di EFT recupero tutta la mia energia che compone questa parte di me e la riporto nel mio centro"
 "oriento la mia energia per attirare lavori interessanti e piacevoli"

 ore 13,40 tra poco parto per tornare al lavoro ma molto più serena e fiduciosa
 il pomeriggio passa veloce e spensierato

 alle 18,30 noto un messaggio in cui mi chiedono disponibilità per un lavoretto sicuramente interessante e piacevole di animazione a una festa di bambini
circa 2 giorni dopo sto lavorando in vivaio in compagnia del piccolo bimbo di una collaboratrice, piove e nell'ultima mezz'ora lavorativa non so cosa fare, mi viene in mente il lavoretto della pulizia vetro porta, così scherzando e giocando col bimbetto in men che non si dica il vetro è pulito!!! :-)

Inoltre è di qualche giorno fa la notizia che parteciperò, con la mia socia-Amica e collega insegnante EFT Paola Tranquillo, ad una giornata dedicata al benessere in mezzo alla natura sul Montello domenica 8 giugno, in cui insegneremo a chi lo vorrà i metodi di auto-aiuto che conosciamo!!!

sabato 17 maggio 2014

EFT mal di schiena e....

MAL DI SCHIENA ED...ABBRACCI!!!

A volte un abbraccio può essere d' aiuto davvero!!

Carlo comincia con me un percorso per la necessità ed il desiderio di non sentire più il dolore che avverte alla spalla ed il nervosismo che sente da un paio di mesi
Chiedo a Carlo che cosa associa a questo tempo che è trascorso, e lui annovera alcuni fatti: Cambio di lavoro e  uscita di casa del fratello. Invito Carlo ad osservare se c' è un' emozione comune in questi due episodi; Carlo riconosce ansia e fatica, per senso di responsabilità della quale avrebbe fatto volentieri a meno. A questo ci arriviamo un pò alla volta restando in ascolto del corpo, delle sensazioni e continuando ad attivare reciprocamente i punti da lui scelti.
In questo momento riprendiamo i vari passaggi con alcune frasi:

" anche se mi sono sentito forzato, ho dovuto sopportare in silenzio tante cose, e mi sono sovraccaricato di tanta responsabilità, ora lo vedo, lo riconosco e scelgo di cambiare"

Carlo riconosce di essersi forzato in varie situazioni, sia lavorative che in casa con la madre, la quale scarica spesso su di lui le sue sofferenze

Chiedo a Carlo dove vengono generalmente caricati i "pesi" e subito riconosce il dolore alla schiena come messaggio collegato alle situazioni precedenti;

"anche se ho sentito per molto tempo questo dolore e nervosismo e mi ha dato davvero molto fastidio, ora lo comprendo e gli permetto di andarsene"

racconta della fatica e disagio che sente nel vedere la madre sofferente che a volte piange. Carlo si sente impotente in quei momenti e questo lo innervosisce. Essere disarmato ed impotente di fronte alla sofferenza lo fa davvero innervosire. ( comincia a sudare ed a sentire tensione nel corpo) Dedichiamo un pò di tempo ad eft e logosintesi per cercare di ridurre la tensione data dalla memoria di alcuni episodi.

Propongo a questo punto un esercizio: chiedo a Carlo di provare ad essere sua madre e di sentire che cosa la potrebbe far sentire meglio in quei momenti di sofferenza. Carlo sente che un abbraccio sarebbe davvero gradito! Riconosce che da molto non abbraccia la madre e che le piacerebbe davvero farlo.

 Chiedo a Carlo se sente di poterlo fare o se qualcosa in lui oppone resistenza. Carlo immagina di farlo e sente che la tensione diminuisce dato che in quel momento può fare qualcosa per sua madre!! Si mostra felice e rilassato. Soddisfatto conclude la sessione con uno strumento in più( da lui scelto): l' ABBRACCIO, che realizza di poter provare con chiunque lui desideri e con cui si senta di dare un sostegno. Questo nuovo strumento, dice, mi fa sentire bene e so che farà bene anche a chi lo riceve!!

Evviva gli abbracci!!
Serena


sabato 10 maggio 2014

PIANGERE PER COMUNICARE - di paola tranquillo




Maria (nome di fantasia) è un’adolescente, arriva da me perché piange sempre quando deve esprimere la propria opinione.
Quando entra nel mio studio la faccio accomodare e le chiedo cosa possa fare per lei. Comincia a piangere. Non smette. Cominciamo fin da subito a stimolare i punti, le spiego cosa stiamo facendo, e lei continua a piangere. Le dico che non è necessario che mi spieghi le cose nel dettaglio, ma non smette di piangere. Non riesce proprio a parlare. Così dico per lei le frasi di Logosintesi (logosintesi surrogata) su “questa difficoltà di parlare”. Comincia a calmarsi, aggiungo un po’ di PET sul fatto che sono finiti i fazzoletti e lei ha il naso che gocciola e la tensione si scioglie. Comincia a parlare.
A quel punto cerco di capire cosa la fa piangere, chiedendole proprio se si tratta di un’immagine, un suono, una PAURA e lì faccio centro, perché ricomincia a piangere. Picchiettiamo. Quando si calma di nuovo le chiedo se riguarda qualcosa che ha già vissuto. Lacrime di nuovo. Sono costretta a fare molte domande, risponde solo si o no, non riesce ad aggiungere altro. Le chiedo se è un’immagine, un suono, una percezione. Mi fa segno che è un’immagine. Il dolore cresce. Uso la tecnica dello schermo lontano, quindi le faccio proiettare l’immagine in un ipotetico schermo del cinema e glielo faccio allontanare fino a quando le fa meno male. Picchiettiamo su quell’immagine e le chiedo di prendere un solo aspetto che la stressa (sempre tenendo lontano l’immagine). E’ una voce che dice delle parole precise. Le chiedo da dove arriva, lo stress sulla SUDS è 10. Facciamo Logosintesi sulle parole che arrivano da davanti, riesce a dire le frasi da sola. Di nuovo le parole la stressano ora 9. Ripetiamo logosintesi e si calma. Mi dice che non le danno più fastidio. Faccio qualche prova per capire se è davvero così, le ripeto più volte, uso un po’ di PET e davvero non la stressano più.
In tutto ci vediamo 6 volte, con lo scopo di fare in modo che il pianto non sia più la sua modalità di esprimersi. Ogni volta piange sempre meno, nel corso delle sessioni si esprime sempre di più con le parole.

I giri fatti sono più o meno in questo senso:

anche se quando piango non parlo più
anche se non capisco quello che provo
anche se ho un turbinio di emozioni e non ci capisco più nulla
anche se sono proprio incasinata
mi apro alla possibilità
di accettare le mie emozioni
di riuscire a capirci qualcosa

Mi accorgo che se uso PET si esprime di più.
Abbiamo ricercato gli eventi significativi del suo pianto, a quando risalgono, alle convinzioni che si porta appresso rispetto al pianto.
Abbiamo trovato degli eventi risalenti al passato e li abbiamo sciolti con EFT. Le convinzioni che il pianto la aiuti a stare meglio (di fatto non vera, lei stessa se ne rende conto), e i vantaggi di questa modalità (a volte ottiene ciò che vuole così).
Abbiamo quindi in ultima battuta lavorato sulla familiarità che sente rispetto al pianto. Il pianto su una scala 0-10 come modalità di comunicazione le è familiare 9. Lei stessa, con un lavoro di PNL unita ad EFT, sceglie di rendere invece familiare “dire la mia opinione”. Facciamo giri di EFT su questa familiarità, tipo:

anche se mi è familiare piangere
anche se mi è utile piangere
anche se piango da sempre
anche se non so come sia non piangere
anche se mi sembra ovvio piangere
anche se mi spiace cambiare modalità perché quella nuova non la conosco
mi apro alla possibilità di
esprimere con le parole ciò che penso
di provare solo in parte a sentire familiare esprimere le mie opinioni

Quando esce dallo studio per la penultima volta la familiarità di piangere è ancora a 8.
Mettiamo la familiarità di piangere nel cassetto (Cas-set).
Quando ci rivediamo per l’ultima volta testiamo la familiarità del pianto che è arrivata a 3.
Facciamo un ultimo lavoro per rendere familiare esprimere le opinioni e ci lasciamo fissando un appuntamento a distanza di un mese, ma risentendoci qualche giorno prima per vedere se serve ancora oppure no. Quando la richiamo, mi racconta un po’ della scuola, poi quando le chiedo dei pianti fa silenzio un momento. Mi risponde che non ci ha più pensato, che non piange più da quando ci siamo salutate l’ultima volta. Così ci ri-salutiamo definitivamente, il nostro percorso insieme è finito ed è iniziato il suo, da sola.

Paola Tranquillo

sabato 3 maggio 2014

E.F.T. per un "frullatore nella testa".



Sara mi telefona agitata.
" Non ne posso più....  Mi sembra di avere nella testa un frullatore...."
Le chiedo spiegazioni e candidamente confida "Penso troppo.... non importa a cosa, mi girano nella testa mille pensieri e mille preoccupazioni... Poi ci sono i ricordi, non ho un attimo di serenità..."

Il mio intervento è molto semplice. Partiamo da quello che c'è al momento e che per lei è il fattore che emerge: la mente non si ferma mai.

 Le suggerisco alcuni giri…

ANCHE SE LA MIA MENTE NON SI FERMA MAI……MI APRO ALLA POSSIBILITA’ DI LASCIARE ANDARE I MIEI PENSIERI……



ANCHE SE NON RIESCO A FERMARE LA MIA TESTA… COME SOPRA





ANCHE SE NON TROVO UN MINIMO DI SERENITA’….COME SOPRA

ANCHE SE SONO TORMENTATA DAI MIEI STESSI PENSIERI….COME SOPRA

ANCHE SE SONO PRIGIONIERA DEI MIEI STESSI PENSIERI….COME SOPRA

NON RIESCO A RILASSARMI…..MA MI APRO ALLA POSSIBILITA’ DI FARLO

ANCHE SE NON RIESCO A CONCENTRAMI SU CIO’ CHE VORREI…MI APRO ALLA POSSIBILITA’ DI FARLO


 


ANCHE SE SONO PREDA DI UN TURBINIO DI PENSIERI… MI APRO ALLA POSSIBILITA’ DI LASCIARE ANDARE I MIEI PENSIERI……

 


ANCHE SE QUESTO STATO IN CUI MI TROVO E’ UNA TORTURA… MI APRO ALLA POSSIBILITA’ DI LASCIARE ANDARE I MIEI PENSIERI……

 

E POI CHIEDO A SARA DI PICCHIETTARE TUTTI I PUNTI RIPETENDO:

MI CONCEDO DI STARE MEGLIO 

VOGLIO STARE MEGLIO  

MI APRO ALLA POSSIBILITA’ DI STARE MEGLIO 

MI PERDONO PER DESIDERARE DI STARE MEGLIO 

ACCOLGO LO STARE MEGLIO 

MI CONCENTRO SULLO STARE MEGLIO 

LASCIO CHE LO STARE MEGLIO ACCADA

SCELGO DI STARE MEGLIO 

DESIDERO STARE MEGLIO 

MI APRO ALLA POSSIBILITA’ DI STARE MEGLIO.

Alla fine del processo Sara è molto più serena, fa un bel sorriso e mi dice di essere molto più leggera, inoltre promette di ripetere i giri che le ho suggerito se dovesse capitarle di avere di nuovo un "frullatore acceso nella testa." 

 E.F.T. le ha permesso di recuperare la presenza mentale e di ritrovare serenità.