mercoledì 3 dicembre 2014

Luna scopre la magia dell'EFT

C'era una volta una bambina che si chiamava Luna ed era sempre imbronciata.
Ogni volta che mamma e papà le chiedevano qualcosa rispondeva sempre 'No!': anche se a volte voleva dir di si non ci riusciva, e faceva molta fatica anche a dimostrare il suo affetto a qualcuno.
Un giorno i suoi genitori le chiesero 'vuoi che andiamo ad una festa con altri bambini?' e lei ripose : 'No!'. Oramai però erano così abituati a questa risposta che la portarono lo stesso.

Fu così che Luna si trovò in un castello fatato e, mentre guardava gli altri bambini giocare, arrivò una fatina. Le chiese 'come mai hai la faccia da pesce?' Imitando la sua bocca, la bimba le disse 'sono arrabbiata perché nessuno mi capisce!' . La fatina la guardò negli occhi e le insegnò che quando come ora vedeva tutto nero, poteva toccare dei punti magici del suo corpo che erano collegati alla sua energia. Picchiettando questi punti poteva lasciar correre le sue emozioni invece che tenersele strette e stare imbronciata. La fata, vedendo lo sguardo diffidente della bimba la invitò ad andare in giardino con lei.

Nevicava e c'era un gran vento. Cominciarono ad andar contro vento e dopo pochi passi la fatina le chiese come stava e Luna rispose imbronciata 'Male! Sono stanca, non vedo niente e mi viene da piangere!' ' allora girati e cambia direzione!'

Ora il vento la sosteneva e la incoraggiava, la neve giocava con lei e si sentiva tanto bene da cominciare a saltare e ridere. 'e ora cos'è cambiato?' 'Mi sembra che il vento e la neve sono miei amici!'


'A volte ci succedono cose brutte o i grandi ci fanno arrabbiare e noi continuiamo ad andar avanti imbronciati e ad occhi chiusi come contro vento e neve, vero? ' ' si' rispose la bimba e poi si accorse che finalmente era riuscita a dirlo!. La fata continuò 'Lo facciamo perché siamo abituati, ci viene spontaneo perché abbiamo sempre fatto così, ma se non siamo felici conviene provare altro, cambiare le nostre abitudini ed andare in un'altra direzione come hai fatto prima. Quando senti che non stai bene e ti torna la faccia da pesce ricordati di picchiettare o massaggiare i punti magici e vedrai che qualcosa di bello succederà!'


Ora si che Luna credeva alla fata e le era anche simpatica! La fata le mostrò dov'erano i punti magici e come si faceva a 'farli funzionare'. La bimba la ringraziò e la salutò e tornò dentro dagli altri bambini.

Le si avvicinò un bambino che le chiese se voleva giocare con lui e lei senza accorgersi disse 'Si!' Si divertì e quando i genitori vennero a prenderla li ringraziò di averla portata nel castello fatato e diede loro anche un abbraccio!

La mattina dopo, Luna fu svegliata dalla mamma che le diceva che la colazione era pronta. Si arrabbiò perché voleva dormire ancora, questa volta però si accorse che le stava arrivando il broncio e massaggiò i punti magici, si ricordò delle parole della fata e dopo qualche secondo pensò 'che bello la mia mamma mi ha preparato una buona colazione! Oggi, anche se gli altri non lo vedono, ho uno strumento che mi rende forte e che mi aiuta ad essere felice!'
Così, con lo stupore della mamma, Luna scese subito dal letto e cominciò la sua giornata con un bel sorriso!!!



Bambini Provate anche voi, I punti magici dell'EFT funzionano davvero!

E voi 'Grandi' che aspettate ad imparare ed usare lo strumento invisibile EFT ?

Questa storia che ho scritto un po'di tempo fa mi rispecchia molto: anche da adulta avevo qualche difficoltà a godere della compagnia di chi mi circondava e ad aprirmi alla meraviglia del mondo.
Grazie al continuo approfondimento di EFT e EFT-I e all'uso quotidiano di queste tecniche (e ai fiori di Bach ) la stessa vita che mi era sembrata un incubo si è trasformata in un sogno.
Ora mi sento sempre più  protagonista della mia vita e affronto le difficoltà con coraggio perché so che sono occasioni per crescere e stare sempre meglio.
Per questo per me è un piacere insegnare questi metodi e dare il mio contributo a chi desidera migliorare qualche aspetto della sua vita che ora non lo soddisfa.

Marta Brivitello

sabato 14 giugno 2014

Cominciare una nuova avventura… - di Paola Tranquillo



Aurora (nome di fantasia) è una bambina che ha appena concluso la quinta elementare. La mamma ha sperimentato un po' EFT e ha proposto alla figlia di venire a vedere cos'è. Sono con una collega ad un evento in cui presentiamo EFT.

Mi chiede di cosa si tratta e le spiego che si può usare per sentirsi meglio. Le dico che se magari è triste per qualcosa, oppure arrabbiata può usare EFT per sentirsi meglio. "Per esempio – le chiedo – c'è qualcosa su cui vorresti sperimentare?" Mi dice che si sente triste perché sono finite le scuole elementari. "Cosa ti fa sentire triste?" Mi dice che ha paura che il prossimo anno alle scuole medie, verrà separata dai suoi amici e che forse si perderanno di vista. "Quanto ti stressa questo pensiero, da 0 a 10?" La risposta è 10. Le dico di copiare quello che faccio io, le spiego che i punti si possono picchiettare, massaggiare o tenere. Lei serenamente mi segue.

Mi faccio spiegare un po' meglio cosa la spaventa. Si nasconde la fantasia che durante la ricreazione delle scuole medie, le sue amiche la eviteranno. Quale emozione emerge? Tristezza. Dove? – le chiedo. Sugli occhi, perché è da lì che scendono le lacrime. Mi dice che il giorno prima (l'ultimo giorno di scuola) ha pianto molto.
Le propongo alcune frasi.

Anche se ho paura che tutto cambi, sto diventando grande e sono una bambina meravigliosa.

Fa un bel sorriso. Aspetto di vedere cosa accade, mentre continua a stimolare i punti.

Anche se non so cosa mi aspetta il prossimo anno, accolgo i cambiamenti perché sto crescendo.

Mi dice che forse si farà dei nuovi amici. Che in ricreazione magari le cose cambieranno. Non sa come, ma qualcosa succederà.
Continuiamo a stimolare i punti. Mi dice che si sente meglio.
"Sei proprio sicura?" le chiedo. Mi risponde di sì.
Faccio la prova del nove. Le chiedo di pensare al prossimo anno, in prima media, e di immaginare come sarà la ricreazione. Mi dice che non sa di preciso come sarà, ma che in qualche modo riuscirà a cavarsela. Mi riporta l'esempio di quando ha "lottato" per conquistare la sua migliore amica e poi ha compreso che l'importante non era essere "migliori" amiche, ma avere tanti amici su cui contare. 

Ha quindi pescato da questa esperienza per trovare le risorse per affrontare le novità scolastiche.

"Se ripensi al fatto che hai finito le scuole elementari, che cambierai compagni di scuola, quanto stress senti?"
ZERO.
Sono passati forse 5 minuti da quando si è seduta sulla nostra coperta, in mezzo al prato.
Mi dice che la tristezza se n'è andata. Pensa che andrà a chiamare anche una sua amica che ha proprio bisogno di questa cosa per stare meglio.
E più tardi in effetti arriva con l'amica… ma questa è un'altra storia.

Paola Tranquillo

 


 

sabato 31 maggio 2014

EFT per dire "l'indicibile"


fonte immagini: web




Marco ha 28 anni ed è innamorato di Nadia.
E' felice e soddisfatto.
Anche sul lavoro va tutto bene.

Il problema?

Gli hanno offerto una promozione e un validissimo lavoro; all'estero.
Lui intende accettare, ma sa che, almeno per il momento, Nadia non può seguirlo.
Teme che dirle che vuole andar via complicherà la loro relazione, teme che lei soffrirà, che penserà che lui voglia abbandonarla.

Marco pensa che la verità sia "indicibile".

Gli chiedo che emozione sta provando.
Risponde che prova Paura, paura di deluderla, paura di farla soffrie, paura di perderla, PAURA, PAURA, PAURA!!!!!

Gli chiedo di picchiettare e ripetere:

ANCHE SE PROVO UNA GRANDE PAURA, ALL'IDEA DI DIRE A NADIA LA VERITA', TUTTO QUESTO PUO' CAMBIARE E CAMBIA MENTRE LO OSSERVO.

Marco continua a picchietare e chiude gli occhi... Il suo viso è agitato, per qualche minuto osservo i cambiamenti della sua espressione, influenzati dai pensieri che gli passano nella mente....

Dopo un pò Marco apre gli occhi e mi dice: Mi sono ricordato quella volta che a cinque anni ho rotto un vaso prezioso per mia mamma. Mi sentivo una morsa nello stomaco. Avevo paura delle sue reazioni, paura di deluderla, paura di non essere amato mai più. Per me confessarle la verità era impossibile, ma quando l'ha scoperta è stato ancora peggio.

Picchiettiamo:

Anche se c'è ancora la traccia di questo evento recupero tutta l'energia che la compone e la riallineo al mio centro.

Anche se nel mio spazio personale è rimasta la traccia di quella immagine congelata e abituale di mia madre che mi scopre, recupero tutta la mia energia coinvolta nella sua creazione e la riallineo al mio centro.

Anche se una parte di me ha ancora cinque anni e io ho ancora paura di deludere come allora, recupero tutta la mia energia che la compone e la riallineo al mio centro...

Anche se penso che Nadia non mi capirà,  e non mi amerà più e questa cosa mi fa paura mi apro alla possiblità di essere sincero....

Anche se credo che dicendo la verità tutta la mia vita andrà in tanti pezzettini minuscoli e mi finirà sotto le scarpe, scelgo di rilassarmi..

Anche se in me c'è la traccia della fantasia che parlare con Nadia sarà un disastro e io non sarò mai più felice in nessun secondo della mia vita, nemmeno per sbaglio quando dormo o sono distratto... scelgo di fare ciò che è meglio per me...

Anche se mi rifiuto di dire la verità.... scelgo di dire la verità tutta la verità, nient'altro che la verità, ma dirò subito dopo che mentivo....  

Anche se piuttosto che dire la verità mi faccio dare per disperso, così almeno non ho detto a Nadia questa cosa....ma poi la perdo lo stesso....

Anche se in me c'è ancora un bambino addolorato che teme di fare una marachella e perdere l'amore di chi ama, recupero tutta la mia energia legata a questa parte di me e la riallineo al mio centro...

Andiamo avanti così per un bel pò, sciogliendo ogni singolo aspetto che emerge picchiettando e che Marco ritiene che gli crei un rilevante disagio a livello emotivo.

Dopo un'ora di picchiettamento Marco ride.... finalmente è in grado di realizzare che si trovava in uno stato reattivo dovuto  ad un ricordo passato che tratteneva parte della sua energia vitale nel passato e complicato dalle fantasie anticipatorie "catastrofiche" che lo spostavano ancora di più dal presente.

Quando va via afferma che la sera stessa parlerà con la sua fidanzata con il cuore in mano, confessandole anche che spera che lei lo possa raggiungere appena sistemate le cose per sposarlo...


Dopo una settimana mi telefona e mi confida che è andato tutto bene.
Avendo ritrovato il contatto con il presente e dopo avere preso consapevolezza dello schema con il quale agiva, Marco è stato in grado di esternare ogni suo sentimento, idea o paura alla donna che ama e lei ha accolto i suoi progetti con altrettanta apertura assicurandogli che faranno insieme un passo alla volta per costruire il loro futuro.







Virna Trivellato
Life Coach
Operatrice e insegnante di E.F.T.

sabato 24 maggio 2014

Quando il lavoro si fa duro i duri cominciano a picchiettare... e tutto si ammorbidisce!!! di Marta Brivitello

Se prima di conoscere le tecniche energetiche spesso mi capitave di farmi abbattere dagli eventi, ora succede molto più di rado. In quei casi non perdo l'occasione per scovare le vere cause del mio malessere ed elaborarle usando gli strumenti che conosco (Eft integrato e Logosintesi) affinchè tutto torni a splendere!

Ecco la mia avventura di qualche settimana fa:
Pausa pranzo di un giorno lavorativo in vivaio ore 13,15
Sento molta tristezza- occhi pesanti
Mi siedo e comincio ad attivare i punti sui meridiani chiedendomi:

cosa attiva questa tristezza?

"ho solo 30 min di libertà" quindi lavoro = prigione

 mi viene in mente l'episodio della mattina in cui la responsabile mi dice che (tra i tanti lavori che devo fare) devo lavare il vetro della porta d'ingresso dell'ufficio.
Tornando a quel momento ora sento una tristezza infinita - lacrime

cosa attiva questa tristezza?

scovo la 'fantasia che la responsabile non mi ordini quel lavoro'
"anche se nel mio spazio di percezione è rimasta la fantasia che la responsabile non mi ordini il lavoro di pulizia vetri e sto ancora reagendo ad essa recupero tutta la mia energia che ho usato per creare e sostenere questa fantasia e la riporto nel mio centro"
Ora mi torna in mente quell'inverno piovoso in cui ho lavato da sola tutte le vetrate dell'ufficio e picchiettando su quel triste momento lavorativo cala il livello di stress.
Dopo poco mi torna alla memoria quando, anni prima, avevo eseguito lo stesso lavoro con la mia collega (che ora si è licenziata) ed era stato molto più leggero

Grazie alle frasi di Logosintesi lascio andare la fantasia di lavorare ancora con la mia simpatica collega

Ora mi sento molto meglio e il buon umore è tornato... quindi, una volta elaborati gli eventi del passato che ancora mi condizionano e le fantasie che la realtà sia diversa da quella che è, posso vivere il presente senza filtri che lo appesantiscono e orientare la mia vita nella direzione che desidero...
e una frase mi esce dal cuore
"Anche se finora mi sono adattata/limitata a fare ciò che volevano gli altri IO SONO QUI PER FARE ALTRO"
 "Anche se a qualche livello attiro il fatto che sono richiesta per fare lavori che non mi interessano (lavare vetri, togliere erba, rompere sacchi di terriccio, scrivere a pc) tutto questo può cambiare e cambia mentre lo osservo"
sento che io sono qui per insegnare le tecniche energetiche e ne sono sicura
"anche se qualcosa in me sta rallentando il mio cammino di insegnante di EFT recupero tutta la mia energia che compone questa parte di me e la riporto nel mio centro"
 "oriento la mia energia per attirare lavori interessanti e piacevoli"

 ore 13,40 tra poco parto per tornare al lavoro ma molto più serena e fiduciosa
 il pomeriggio passa veloce e spensierato

 alle 18,30 noto un messaggio in cui mi chiedono disponibilità per un lavoretto sicuramente interessante e piacevole di animazione a una festa di bambini
circa 2 giorni dopo sto lavorando in vivaio in compagnia del piccolo bimbo di una collaboratrice, piove e nell'ultima mezz'ora lavorativa non so cosa fare, mi viene in mente il lavoretto della pulizia vetro porta, così scherzando e giocando col bimbetto in men che non si dica il vetro è pulito!!! :-)

Inoltre è di qualche giorno fa la notizia che parteciperò, con la mia socia-Amica e collega insegnante EFT Paola Tranquillo, ad una giornata dedicata al benessere in mezzo alla natura sul Montello domenica 8 giugno, in cui insegneremo a chi lo vorrà i metodi di auto-aiuto che conosciamo!!!

sabato 17 maggio 2014

EFT mal di schiena e....

MAL DI SCHIENA ED...ABBRACCI!!!

A volte un abbraccio può essere d' aiuto davvero!!

Carlo comincia con me un percorso per la necessità ed il desiderio di non sentire più il dolore che avverte alla spalla ed il nervosismo che sente da un paio di mesi
Chiedo a Carlo che cosa associa a questo tempo che è trascorso, e lui annovera alcuni fatti: Cambio di lavoro e  uscita di casa del fratello. Invito Carlo ad osservare se c' è un' emozione comune in questi due episodi; Carlo riconosce ansia e fatica, per senso di responsabilità della quale avrebbe fatto volentieri a meno. A questo ci arriviamo un pò alla volta restando in ascolto del corpo, delle sensazioni e continuando ad attivare reciprocamente i punti da lui scelti.
In questo momento riprendiamo i vari passaggi con alcune frasi:

" anche se mi sono sentito forzato, ho dovuto sopportare in silenzio tante cose, e mi sono sovraccaricato di tanta responsabilità, ora lo vedo, lo riconosco e scelgo di cambiare"

Carlo riconosce di essersi forzato in varie situazioni, sia lavorative che in casa con la madre, la quale scarica spesso su di lui le sue sofferenze

Chiedo a Carlo dove vengono generalmente caricati i "pesi" e subito riconosce il dolore alla schiena come messaggio collegato alle situazioni precedenti;

"anche se ho sentito per molto tempo questo dolore e nervosismo e mi ha dato davvero molto fastidio, ora lo comprendo e gli permetto di andarsene"

racconta della fatica e disagio che sente nel vedere la madre sofferente che a volte piange. Carlo si sente impotente in quei momenti e questo lo innervosisce. Essere disarmato ed impotente di fronte alla sofferenza lo fa davvero innervosire. ( comincia a sudare ed a sentire tensione nel corpo) Dedichiamo un pò di tempo ad eft e logosintesi per cercare di ridurre la tensione data dalla memoria di alcuni episodi.

Propongo a questo punto un esercizio: chiedo a Carlo di provare ad essere sua madre e di sentire che cosa la potrebbe far sentire meglio in quei momenti di sofferenza. Carlo sente che un abbraccio sarebbe davvero gradito! Riconosce che da molto non abbraccia la madre e che le piacerebbe davvero farlo.

 Chiedo a Carlo se sente di poterlo fare o se qualcosa in lui oppone resistenza. Carlo immagina di farlo e sente che la tensione diminuisce dato che in quel momento può fare qualcosa per sua madre!! Si mostra felice e rilassato. Soddisfatto conclude la sessione con uno strumento in più( da lui scelto): l' ABBRACCIO, che realizza di poter provare con chiunque lui desideri e con cui si senta di dare un sostegno. Questo nuovo strumento, dice, mi fa sentire bene e so che farà bene anche a chi lo riceve!!

Evviva gli abbracci!!
Serena


sabato 10 maggio 2014

PIANGERE PER COMUNICARE - di paola tranquillo




Maria (nome di fantasia) è un’adolescente, arriva da me perché piange sempre quando deve esprimere la propria opinione.
Quando entra nel mio studio la faccio accomodare e le chiedo cosa possa fare per lei. Comincia a piangere. Non smette. Cominciamo fin da subito a stimolare i punti, le spiego cosa stiamo facendo, e lei continua a piangere. Le dico che non è necessario che mi spieghi le cose nel dettaglio, ma non smette di piangere. Non riesce proprio a parlare. Così dico per lei le frasi di Logosintesi (logosintesi surrogata) su “questa difficoltà di parlare”. Comincia a calmarsi, aggiungo un po’ di PET sul fatto che sono finiti i fazzoletti e lei ha il naso che gocciola e la tensione si scioglie. Comincia a parlare.
A quel punto cerco di capire cosa la fa piangere, chiedendole proprio se si tratta di un’immagine, un suono, una PAURA e lì faccio centro, perché ricomincia a piangere. Picchiettiamo. Quando si calma di nuovo le chiedo se riguarda qualcosa che ha già vissuto. Lacrime di nuovo. Sono costretta a fare molte domande, risponde solo si o no, non riesce ad aggiungere altro. Le chiedo se è un’immagine, un suono, una percezione. Mi fa segno che è un’immagine. Il dolore cresce. Uso la tecnica dello schermo lontano, quindi le faccio proiettare l’immagine in un ipotetico schermo del cinema e glielo faccio allontanare fino a quando le fa meno male. Picchiettiamo su quell’immagine e le chiedo di prendere un solo aspetto che la stressa (sempre tenendo lontano l’immagine). E’ una voce che dice delle parole precise. Le chiedo da dove arriva, lo stress sulla SUDS è 10. Facciamo Logosintesi sulle parole che arrivano da davanti, riesce a dire le frasi da sola. Di nuovo le parole la stressano ora 9. Ripetiamo logosintesi e si calma. Mi dice che non le danno più fastidio. Faccio qualche prova per capire se è davvero così, le ripeto più volte, uso un po’ di PET e davvero non la stressano più.
In tutto ci vediamo 6 volte, con lo scopo di fare in modo che il pianto non sia più la sua modalità di esprimersi. Ogni volta piange sempre meno, nel corso delle sessioni si esprime sempre di più con le parole.

I giri fatti sono più o meno in questo senso:

anche se quando piango non parlo più
anche se non capisco quello che provo
anche se ho un turbinio di emozioni e non ci capisco più nulla
anche se sono proprio incasinata
mi apro alla possibilità
di accettare le mie emozioni
di riuscire a capirci qualcosa

Mi accorgo che se uso PET si esprime di più.
Abbiamo ricercato gli eventi significativi del suo pianto, a quando risalgono, alle convinzioni che si porta appresso rispetto al pianto.
Abbiamo trovato degli eventi risalenti al passato e li abbiamo sciolti con EFT. Le convinzioni che il pianto la aiuti a stare meglio (di fatto non vera, lei stessa se ne rende conto), e i vantaggi di questa modalità (a volte ottiene ciò che vuole così).
Abbiamo quindi in ultima battuta lavorato sulla familiarità che sente rispetto al pianto. Il pianto su una scala 0-10 come modalità di comunicazione le è familiare 9. Lei stessa, con un lavoro di PNL unita ad EFT, sceglie di rendere invece familiare “dire la mia opinione”. Facciamo giri di EFT su questa familiarità, tipo:

anche se mi è familiare piangere
anche se mi è utile piangere
anche se piango da sempre
anche se non so come sia non piangere
anche se mi sembra ovvio piangere
anche se mi spiace cambiare modalità perché quella nuova non la conosco
mi apro alla possibilità di
esprimere con le parole ciò che penso
di provare solo in parte a sentire familiare esprimere le mie opinioni

Quando esce dallo studio per la penultima volta la familiarità di piangere è ancora a 8.
Mettiamo la familiarità di piangere nel cassetto (Cas-set).
Quando ci rivediamo per l’ultima volta testiamo la familiarità del pianto che è arrivata a 3.
Facciamo un ultimo lavoro per rendere familiare esprimere le opinioni e ci lasciamo fissando un appuntamento a distanza di un mese, ma risentendoci qualche giorno prima per vedere se serve ancora oppure no. Quando la richiamo, mi racconta un po’ della scuola, poi quando le chiedo dei pianti fa silenzio un momento. Mi risponde che non ci ha più pensato, che non piange più da quando ci siamo salutate l’ultima volta. Così ci ri-salutiamo definitivamente, il nostro percorso insieme è finito ed è iniziato il suo, da sola.

Paola Tranquillo

sabato 3 maggio 2014

E.F.T. per un "frullatore nella testa".



Sara mi telefona agitata.
" Non ne posso più....  Mi sembra di avere nella testa un frullatore...."
Le chiedo spiegazioni e candidamente confida "Penso troppo.... non importa a cosa, mi girano nella testa mille pensieri e mille preoccupazioni... Poi ci sono i ricordi, non ho un attimo di serenità..."

Il mio intervento è molto semplice. Partiamo da quello che c'è al momento e che per lei è il fattore che emerge: la mente non si ferma mai.

 Le suggerisco alcuni giri…

ANCHE SE LA MIA MENTE NON SI FERMA MAI……MI APRO ALLA POSSIBILITA’ DI LASCIARE ANDARE I MIEI PENSIERI……



ANCHE SE NON RIESCO A FERMARE LA MIA TESTA… COME SOPRA





ANCHE SE NON TROVO UN MINIMO DI SERENITA’….COME SOPRA

ANCHE SE SONO TORMENTATA DAI MIEI STESSI PENSIERI….COME SOPRA

ANCHE SE SONO PRIGIONIERA DEI MIEI STESSI PENSIERI….COME SOPRA

NON RIESCO A RILASSARMI…..MA MI APRO ALLA POSSIBILITA’ DI FARLO

ANCHE SE NON RIESCO A CONCENTRAMI SU CIO’ CHE VORREI…MI APRO ALLA POSSIBILITA’ DI FARLO


 


ANCHE SE SONO PREDA DI UN TURBINIO DI PENSIERI… MI APRO ALLA POSSIBILITA’ DI LASCIARE ANDARE I MIEI PENSIERI……

 


ANCHE SE QUESTO STATO IN CUI MI TROVO E’ UNA TORTURA… MI APRO ALLA POSSIBILITA’ DI LASCIARE ANDARE I MIEI PENSIERI……

 

E POI CHIEDO A SARA DI PICCHIETTARE TUTTI I PUNTI RIPETENDO:

MI CONCEDO DI STARE MEGLIO 

VOGLIO STARE MEGLIO  

MI APRO ALLA POSSIBILITA’ DI STARE MEGLIO 

MI PERDONO PER DESIDERARE DI STARE MEGLIO 

ACCOLGO LO STARE MEGLIO 

MI CONCENTRO SULLO STARE MEGLIO 

LASCIO CHE LO STARE MEGLIO ACCADA

SCELGO DI STARE MEGLIO 

DESIDERO STARE MEGLIO 

MI APRO ALLA POSSIBILITA’ DI STARE MEGLIO.

Alla fine del processo Sara è molto più serena, fa un bel sorriso e mi dice di essere molto più leggera, inoltre promette di ripetere i giri che le ho suggerito se dovesse capitarle di avere di nuovo un "frullatore acceso nella testa." 

 E.F.T. le ha permesso di recuperare la presenza mentale e di ritrovare serenità.

sabato 26 aprile 2014

Voglio lasciar andare la mia pancia ... o no? di Marta Brivitello


Si avvicina l'estate e ... la prova costume!!! Quanto stress vi provoca da 1 a 10?
Come vi sentite? cosa vi viene in mente?
Mi sa che la maggior parte di noi ha dell'energia bloccata in convinzioni negative riguardanti il suo corpo o in fantasie di un 'fisico irragiungibilmente perfetto'...
Anche questa è una buona occasione per usare l'EFT finchè vi sorprenderete a passare davanti uno specchio ed esclamare 'ah però, niente male!!!'
Ringrazio il Noce che con il suo fisico scultoreo si è prestato come modello per la foto, e visto che ci sono, anche perchè ci dona il fiore di Bach Walnut, perfetto per facilitare i cambiamenti.
Ecco il riassunto di una sessione di Eft sui chili di troppo andata a buon fine,
con affetto, Marta Brivitello

Voglio lasciar andare la mia pancia... o no? novembre 2013

XXX è una donna determinata e oggi vuole lavorare con EFT (che utilizza già da diversi anni) su un obiettivo che si era prefissata a luglio 2013 : perdere 10 kg entro giugno 2014.
Per me è un piacere dare un contributo alla sua ricerca (e 'neutralizzazione')di ciò che, a livello energetico, blocca la perdita di peso.
Quindi partiamo subito con attivare i punti sui meridiani.
XXX mi dice che con l'alimentazione è molto attenta, si alimenta in modo sano e questo la fa stare bene, ma quei chili di troppo non se ne vanno proprio.
Emerge subito che è la sua pancia ad essere per lei un po'troppo 'evidente'... ma appena pronuncia la frase "mi apro alla possibilità di lasciar andare la mia pancia" è evidente che c'è una resistenza, comincia a dirmi che le dispiacerebbe non avere più la pancia, è bella, morbida...
Seguendo il flusso e tornando alle origini di quei chili di troppo arriva velocemente a un bel momento della sua vita, aveva una grande e bella pancia, perchè era in dolce attesa della sua secondogenita.
Tornando a quel momento dice che si sente bene, infatti è stata una gravidanza bellissima, la cosa più bella era che aveva stipulato subito un accordo con il marito: "visto che sono incinta... HO RAGIONE IO"
"anche se in realtà non voglio lasciar andare la mia pancia, perchè mi ricorda i bei tempi in cui avevo ragione a prescindere e avevo la situazione sotto controllo tutto questo può cambiare e cambia mentre lo osservo"
Ci soffermiamo su tutte queste sensazioni e, continuando ad attivare i punti, xxx recupera l'energia bloccata in quel piacevole passato.
Quando poi le chiedo se vuole o no lasciar andare la pancia mi dice un si deciso, capisco che qualcosa è cambiato e procedo chiedendole cosa può fare in concreto per dimagrire.
Mi dice che non fa attività fisica, d'inverno fatica a lasciar andare la stufa a pellet per una fredda passeggiata ... ha un attrezzo a casa per far attività ma è noioso....
"anche se se sono convinta che l'attività fisica sia noiosa oriento la mia energia per trovare un'attività adatta a me e che sia anche divertente"
Ora tale possibilità non è così remota, anzi mi dice che nelle ore più calde le piace camminare in mezzo al verde, e che stava pensando di far addestrare il suo cane alle passeggiate per sentirsi più sicura e motivata. Anche l'idea di separarsi per qualche minuto dalla stufa a pellet per accompagnare i bimbi a scuola a piedi ora non è così terribile... così con una bella risata finisce la nostra sessione, e naturalmente non può mancare "Armonizzo tutti i miei sistemi alle trasformazioni in corso"

marzo 2014 XXX ha comunicato che ha già raggiunto l'obiettivo senza nessuno sforzo, anzi ...senza pensarci! wow!!!

sabato 19 aprile 2014

EFT e SESSUALITA'

Sessualità ed intimità

Mi capita spesso di fare delle sessioni  le quali si rivelano poi una SORPRESA! Nel senso che si pensa di trattare un argomento mentre poi, durante il colloquio, emergono le esperienze più impensabili, come in questa esperienza!


Marica durante il nostro primo incontro mi parla del lavoro: è un’ insegnante in una scuola  Steineriana, e ricorda un episodio che qualche tempo fa l’ ha davvero turbata, tanto che ancora oggi si sente infastidita. Mentre ne parla comincia a sentire un senso di inadeguatezza e di panico.
Racconta di una vacanza con gli alunni, durante la quale un bambino si fece male ma lei non era presente nel momento dell’ accaduto; a peggiorare la situazione fu il fatto di non essere stata reperibile al cellulare immediatamente dopo l’ accaduto. Marica fu avvisata in un secondo momento quando già i genitori erano stati avvisati dall’ ospedale: immaginate il senso di colpa!!
Decido di procedere molto lentamente,  facendomi raccontare qualche dettaglio della vacanza.
Marica ricorda di non aver avuto tregua  in quei giorni, tanto era stata impegnata a gestire tutti i bambini, una sera si trovava ospite per cena a casa di una famiglia ed aveva spento il cellulare. Quando Marica accese il telefono trovò un messaggio che diceva:” Carlo si è fatto male, la madre ti ha cercata”.
 A questo punto trattiamo subito con logosintesi il messaggio,  lo spavento ed il senso di colpa ad esso collegati.
                                                                                                                                                                                  
Marica in seguito ricorda una gran paura di ritornare a scuola per i rimproveri che avrebbero potuto verificarsi, e fu proprio cosi’:  Marica fu rimproverata da un superiore davanti ai colleghi ! Spiega di sentire una gran vergogna ed impotenza, ricorda di non essere riuscita a difendersi…
Trattiamo l’ accaduto prima  con eft per cercare di far emergere tutte le emozioni :
“ anche se sono stata rimproverata, e questo mi ha profondamente ferita, posso trovare un po’ di pace”
“anche se mi sento in colpa per non essere stata reperibile, e mi sento una persona incompetente, posso provare a vedere tutto questo in un altro modo…”
Cerco di entrare nel dettaglio  e chiedo a Marica: cosa in particolare la fa sentire in colpa: spiega di essere stata in un momento di relax, nel quale invece avrebbe dovuto essere disponibile. Emergono episodi di quand’ era piccola ed il padre le rinfacciava i momenti in cui lei (giustamente!) da ragazza si divertiva mentre lui andava a lavoro. Trattiamo anche questo ricordo con eft e logosintesi:
“Anche se mio padre mi ha insegnato che non ci si può divertire, so che non è cosi’, è una sua scelta  e scelgo di lasciarla andare da ora…”

Trattiamo poi con logosintesi la sgridata del collega focalizzandoci sull’ espressione del volto e sul tono della sua voce .Emerge un gran senso di colpa e di inadeguatezza che Marica  avverte nel petto , il respiro le si blocca. Chiedo quale potrebbe essere il vantaggio nel bloccare il respiro: cosa le permette di fare la mancanza di respiro?
Marica riconosce che non respirare è come non esserci e non sentire. Un modo per cercare di sparire.
A questo punto trattiamo questa reazione involontaria, come utile fino a questo momento, ma che può scegliere di abbandonare ora che è adulta.
Marica dopo un po’ dice di sentire la sua mano destra come se fosse morta. Chiedo: che cosa non fa una mano morta? Dice: non può toccare, accarezzare e giocare
Cerchiamo in seguito di capire come ha imparato che le mani vanno tenute ferme, come se fossero morte:
Marica ricorda una serie di episodi riguardanti il sesso, ad esempio la sua prima esperienza, ed il momento in cui i suoi ne sono venuti a conoscenza. I genitori avevano letto il suo diario segreto e Marica si era sentita violata. Trattiamo anche questo episodio per lasciar andare un po’ di rabbia e rancore.
Chiedo a Marica cosa ha imparato da questa esperienza, Marica risponde : la sessualità è peccaminosa, è qualcosa che non si fa. Trattiamo con logosintesi queste credenze riconoscendo che non appartengono a Marica.
In seguito emergono altre considerazioni che Marica non aveva fino ad ora riconosciuto, e che purtroppo si sono riflesse anche nel rapporto con il marito:
“ Meglio evitare di fare sesso”
“ Meglio non raggiungere l’orgasmo, non si può provare piacere e divertirsi”
Chiedo a questo punto che cosa porta in sé di questa esperienza: Marica afferma di vergognarsi molto!
Trattiamo la vergogna, assieme alle persone verso cui prova vergogna, con le frasi di logosintesi.
Insieme pianifichiamo qualche azione, anche piccola, che possa cominciare a rendere più vivo e libero il rapporto con il marito, tutto ciò  attraverso alcune domande : Cosa posso inserire di nuovo nel nostro rapporto? Cosa sento che manca? Cosa mi può aiutare a creare una situazione diversa e piacevole?
Marica sceglie ciò che più sente realizzabile e piacevole per lei. La sessione si conclude con serenità a desiderio di arricchire il suo rapporto di coppia!
Serena


sabato 12 aprile 2014

Ritrovare il centro - di Paola Tranquillo con Elisa



Per questa rubrica ho pensato di prendere spunto dalla musica: la mia giornata è scandita da silenzio o da musica, i due opposti.
Li adoro entrambi perchè mi permettono di scrutare me stessa. Spesso mi ritrovo ad ascoltare una canzone e commuovermi oppure ridere per qualcosa che rievoca in me. Altre volte i testi delle canzoni mi danno degli spunti di riflessione su me stessa e su ciò che mi circonda.
Chissà a quanti di voi succede! Sentire una canzone e restarne incantati oppure esserne infastiditi… perché?
Da qui partiremo per questo viaggio attraverso i suoni per arrivare a noi stessi. Con l'aiuto di EFT!
Se non sei pratico, leggi questa breve guida che ti svelerà i punti da stimolare. 


Un filo di seta negli abissi - di Elisa 



Io, se solo sapessi cos'è, 
cosa c'è dietro a quell'ombra, 
a quella paura 
che ti fa cambiare faccia 
e fa dire quello che non si pensa. 

Si apre così questa canzone... Alzi la mano chi almeno una volta non si è trovato in una situazione simile. La paura che ci fa cambiare faccia... che ci fa dire o fare cose che non pensiamo davvero.
Perchè accade? Per ognuno c'è una risposta diversa. Quale sarà la tua allora? Proviamo a scoprirlo con l'aiuto di EFT, così magari è possibile togliere la maschera.

A me per esempio viene in mente quando non sono d'accordo con la persona che ho di fronte. E per evitare discussioni, perchè immagino che l'altro non accolga il mio punto di vista diverso, evito di esprimere le mie opinioni. In qualche modo tradisco i miei valori, tradisco un po' me stessa. Ciò che mi frena è la paura di trovarmi intrappolata in una discussione, dove ognuno cerca di portar a casa la ragione. A me non piace. Preferisco proprio non intavolare la discussione, ma a discapito di cosa?

Cerca di ricordare quand'è l'ultima volta in cui è successo. Qualcosa o qualcuno ti ha fatto cambiare faccia, e hai in qualche modo tradito te stesso, facendo o dicendo cose in cui non credi davvero.
Aiutati stimolando i punti, cerca di ricordare le circostanze in cui ti sei trovato. 
Quando hai trovato l'episodio, cerca di addentrarti in esso. Ricordati i dettagli, dove eri, cosa stavi facendo. 
Ora, sempre stimolando i punti, trova la connessione con le tue emozioni e i tuoi pensieri. Quali sono le emozioni che emergono ora, ricordando quell'episodio? Quale emozione ti ha spinto a "cambiare faccia"? E' solo una o ce ne sono di più (di emozioni)? Accogli queste emozioni e vivile intensamente. Anche se può non essere piacevole. Ti stai dicendo qualcosa forse? Tipo: no, meglio non dire quello che penso, potrei fare brutta figura? Non so difendermi con le parole... aggiungi quello che emerge a te.

Ora rimanendo focalizzato con tutto questo continua a stimolare i punti e ripeti

Anche se osservo questo in me, tutto ciò può cambiare e cambia mentre lo osservo.


Resta in osservazione, cosa accade? Cosa emerge? Emozioni nuove, ricordi, intuizioni...

Focalizzati ora con ciò che è emerso di nuovo. 

Anche se a qualche livello ho generato e ancora oggi mantengo questo atteggiamento, questa modalità, recupero la mia energia coinvolta nella sua inconsapevole creazione, e la riporto nel mio centro. 


Continua ora ad osservare i cambiamenti. Continua ad usare questo strumento fino a che non senti, come canta Elisa, che 

"Dove si è rotto il filo di seta che ci univa e scendeva giù, giù, giù, giù negli abissi e dall'universo scendeva giù, giù, giù, giù negli abissi e vado a cercarlo 
senza paura"

La paura se n'è andata. Come ti senti ora?

paola tranquillo


sabato 5 aprile 2014

S.E.T. E RELAZIONI: LA PAURA DI ESSERE RIFIUTATI





Sara è una bella ragazza, con occhi chiari e un bellissimo sguardo. Quando le dico che la trovo molto bella mi risponde che, nonostante questo, non riesce a trovare un uomo per lei e si irrigidisce.

Le domando come vuole impegnare l'ora che abbiamo.

Mi dice che sta bene, che non ha nessun problema apparente, ma dalla mattinata sente un inquietudine molto forte e non capisce a cosa sia dovuta.

Le chiedo di fare Set su questa inquietudine e di dirmi dove la sente nel corpo.

Sara fa un intero giro mentre io aspetto in silenzio picchiettando con lei.

Aveva chiuso gli occhi, quando li riapre mi dice che la sente fra lo stomaco e il petto, come un mattone, ma se la osserva si trasforma in una nuvola che gira, un frullatore....
La fermo.
Le chiedo di "osservare" e prestare attenzione.

Mentre picchietta le chiedo "se quello che senti fosse una reazione a qualcuno o a qualcosa a chi o a che cosa sarebbe dovuta?"

Sara mi risponde dopo poco: "Ho paura. C'è questo ragazzo che mi piace. Ci siamo visti anche negli ultimi week end. Mi piace stare con lui ma per questo week end non mi ha ancora chiamata. Sapevo che aveva un cena ieri sera. Ma oggi non mi ha chiamata. Io non so se oggi è libero."

Sempre picchiettando "insieme" chiedo a Sara qual è la cosa più terribile che riesce a ipotizzare potrebbe succedere se lui non chiamasse oggi?
Sara mi risponde che non pensa che sarebbe una tragedia, se non chiama probabilmente è perchè ha da fare.

"Ma io vorrei chiamarlo." - aggiunge.
Allora le chiedo perchè non lo fa...
Sara mi risponde decisa "perchè ho paura che mi dica di no, come è già successo tante volte con altri..."

Chiedo a Sara di continuare a fare Set. Fa alcuni giri.  Respira a fondo.
Sospira.
Il suo bel viso si distende.
"Questo frullatore che ho nella pancia è la paura di essere rifiutata... Ma per via di questa paura evito di chiamarlo io, anche se magari potrebbe anche essere che se gli dico che sono libera ci vediamo".

Sara ride.
"Mi sto negando qualcosa per paura......paura di essere rifiutata "

Faccio fare Set a Sara su queste nuove consapevolezze.

Senza che le dica nulla finisce un giro, smette di picchiettare, fruga nella borsa, prende il cellulare (io osservo curiosa), scrive due tre parole e poi mi guarda.
"Insomma, lo dovevo fare, ecco, lo dovevo fare. Gli ho scritto -che fai?- Ho il cuore in gola ma glielo ho scritto."

Io rido.... Sara ride con me.
Mi dice di nuovo che ha il cuore in gola....

Facciamo set su questo cuore nella gola.

Il ragazzo che piace a Sara risponde "sono a casa".

Per una mezz'ora buona picchiettiamo su questo messaggio che per Sara è lapidario.

Fra le cose che emergono c'è la sua necessità di controllare, di prepararsi al peggio, di evitare di rischiare per non essere ferita di nuovo.


Picchiettiamo ogni singola emozione presente oggi, in lei, verso questo ragazzo.


Alla fine della mezz'ora la bella fanciulla mi dice "Beh, lo sai cosa? Non è successo nulla in realtà. Mi ha detto solo che è a casa e non che non mi vuole vedere MAI più..... "

Sara ride di gusto: "certo che mi faccio di quelle seghe mentali..."

In quel momento la borsa vibra....

Sara e io ci guardiamo per un attimo con lo stesso sguardo negli occhi.
Il messaggio è di lui che specifica "Sono a casa e ti aspetto. Voglio passare il week end con te."

Sara ride di nuovo.
Ha capito che vivendo nel presente e osservando le sue emozioni le sue scelte sono guidate dal cuore e non da convinzioni limitanti.

Sia io che lei sappiamo che il lavoro non è finito, è infatti opportuno lavorare sui ricordi dolorosi e sulle convinzioni che hanno ancora un pesante carico energetico su di lei e sulle fantasie anticipatorie che derivano da quei ricordi, ma intanto ci salutiamo e lei và a godersi il suo week end.


Virna

sabato 8 marzo 2014

E.F.T. in pratica: vivere senza i filtri del passato le relazioni con gli altri

Chi non è mai stato ferito o chi non ha mai ferito ? Eft ci permette di elaborare gli episodi del passato che ancora oggi non ci sono andati giù, che ci provocano stress e ci condizionano anche nel presente... eccone un esempio illustrato!

sabato 1 marzo 2014

Facciamo pace con il denaro.






fonte immagine: web



Leggendo la parola denaro ognuno di noi si sarà già ritrovato in modalità "apertura di scatole", nel senso che dalle scatole (o cassetti) della mente saranno già emersi immagini, sensazioni, ricordi, convinzioni, conlusioni e forse anche reazioni fisiche.

Ma che cosa è davvero il denaro?

Ve lo dico subito.

Il denaro, oggi, è un pezzo di carta o di metallo, nel nostro Paese chiamati Euro, cui per convenzione diamo un valore diverso a seconda della differente pezzatura.

Molti si lamentano di non avere abbastanza denaro. Qualcuno si lamenta di non averne affatto. Ci sono perfino quelli che si lamentano di averne troppo.

In realtà sono pochi quelli che hanno un buon rapporto con il denaro. 
Quei pochi sanno che il vero problema, quando si parla di ricchezza, non è il denaro.

Se non sei fra quei pochi questo è il momento di scegliere se vuoi continuare a leggere o meno, ma mi sento di avvertirti che andare avanti potrebbe cambiarti la vita.

Dunque, come dicevo, la vera questione, quando si parla di ricchezza economica, sta tutta nel come NOI vediamo, sentiamo, percepiamo, consideriamo, viviamo il denaro.

La questione è nel nostro rapporto con esso.

In questo articolo vi suggerisco degli esercizi che consistono soprattutto nel farvi delle domande, per andare a "liberare" dalle cariche emotive congelate il vostro rapporto con il denaro.

Prima di cominciare potete mettervi comodi e iniziare a fare SET (cioè stimolare il vostro sistema energetico picchiettando, tenendo o massaggiando i punti).

Dopo ogni domanda concedetevi il tempo perchè emerga la risposta. E se pensate che sia il caso applicate abbondante EFT su ciò che è uscito, oppure prendete appunti per farlo in un secondo momento. E' molto meglio lavorare su una domanda, o una serie di domande alla volta che pretendere di fare tutto insieme. La mia idea è che una volta letto questo articolo possiate stamparlo e tornarci su più e più volte eseguendo un pò di esercizi al giorno.


 Picchiettando chiedetevi:

Che cosa è per me il denaro? (definiscilo liberamente)
Che cosa penso del denaro? (la risposta può essere anche molto diversa o uguale a quella della prima domanda).
Come vedo il denaro?
Cosa percepisco pensando al denaro?
Quale ricordo legato al denaro emerge se cerco nelle mie esperienze passate?
Quali fantasie ho rispetto al denaro?
Qual'è la cosa più terribile che potrebbe succedere se non avessi più denaro?
Qual'e la cosa più terribile che potrebbe succedere se ne avessi tantissimo?
Qual'è la cosa più bella che potrebbe succedere se non avessi più denaro?
Qual'è la cosa più bella che potrebbe succedere se ne avessi tantissimo?

Finite le seguenti frasi:

Rispetto al denaro provo gioia perchè...
rispetto al denaro provo noia perchè....
rispetto al denaro provo tristezza perchè....
rispetto al denaro provo paura perchè....
rispetto al denaro provo rabbia perchè....
rispetto al denaro provo dolore perchè...
rispetto al denaro provo ansia perchè....



Chi sono io in relazione con il denaro?
Cosa penso di me in relazione con il denaro?
Come mi vedo rispetto al denaro?
Come mi percepisco in relazione al denaro?
Quale fantasia ho di me in relazione al denaro?
Quale ricordo ho di me che sia legato al denaro?


Dov'è il denaro nel mio spazio personale?
Come so che è lì?
Lo vedo, lo sento, lo percepisco?

Se porti attenzione a ciò che vedi, senti o percepisci chi o che cosa emerge?
Che cosa ti impedisci di ricevere, vedere, percepire che non ti permette di avere il denaro che vuoi?

Pensa alla tua famiglia di origine.
Come vedeva il denaro tuo padre?
E tua madre?
Cosa pensavano del denaro?
Come lo percepivano?
Come lo consideravano?
Se pensi a tua madre e al denaro, che ricordo emerge?
Se pensi a tuo padre e al denaro, che ricordo emerge?

Hai qualche ricordo di come si rapportava al denaro qualche altra persona di famiglia che per te era importante quando eri piccolo/a?

Emergono aneddoti o racconti sul denaro?

Prova a pensare al denaro ora.
Picchiettando ripeti il mantra dell'HOPONOPONO:
GRAZIE, TI AMO, MI DISPIACE, PERDONAMI.

Che cosa emerge?

Nel ringraziarvi per aver letto questo articolo fino alla fine vi chiedo di condividere il risultato della vostra sperimentazioni con noi.
Se avete dubbi, domande, perplessità, o per condividere scriveteci pure.....


Ricordate: più impegno mettete nel ripulire il vostro spazio personale da i vecchi ricordi, le convinzioni, le conclusioni che avete immagazzinato nel corso del tempo su una questione, più è facile che possiate poi manifestare esattamente il tipo di vita che volete in piena LIBERTA'.


Che i vostri passi siano sempre consapevoli.
Virna