domenica 24 marzo 2013

CASI PRATICI: EFT SULLO SCONFORTO DOPO LA FINE DI UNA STORIA

Helen ha 40 anni, due figlie e un compagno che non sa più se chiamare tale.
Quest'uomo sta affrontando un periodo particolarmente difficile della propria esistenza. Ha subito un grave lutto e da allora non è più stato lo stesso. Ogni tentativo di Helen di aiutarlo a superare il dolore si è rivelato infruttuoso e anzi, anche lei è stata poco alla volta sempre più allontanata. Pare quasi che ad ogni sua nuova iniziativa per aiutare il compagno corrisponda una maggiore chiusura da parte dell'uomo.
Nel corso del nostro colloquio Helen parla moltissimo di lui, del suo dolore, delle sue qualità. Non esita a definirlo un uomo ideale per lei. Menziona tutti i loro progetti passati ma pone lui sempre al centro dell'attenzione e si concentra sempre meno su se stessa.
Le chiedo come si sente lei a parlarmi di tutte queste cose.
Helen dice che si sente impotente.
Facciamo un primo giro di Eft su questo senso di impotenza e sulle reazioni di Helen di fronte ad esso.
Non pensa di poter fare qualcosa per impedirsi di vedere questa storia scivolarle fra le dita.
Alla fine del giro lo stato emotivo di Helen è peggiorato (succede spesso quando si riesce a centrare la tematica che è alla base del disagio emotivo della persona, ovviamente l'obiettivo è poi far scendere la senzazione di malessere a 0).
Chiedo a Helen di dirmi che emozione la spinge al pianto, dato che da qualche secondo si è messa a piangere.
Mi dice "sconforto". Totale sconforto.
Le chiedo di dirmi se questo sconforto avesse una forma e un colore che forma e colore avrebbe.
Helen dice che si tratta di una nuvola blu che sta nel suo stomaco.
Le chiedo quanto densa sia.
Helen risponde che è molto molto densa.
Facciamo un giro su questo e inserisco anche un imput in più
Anche se ho questa nuvola blu nello stomaco non accetto la situazione e non ci penso neanche.....
Non posso accettarla...
Continuiamo il giro sulla nuvola e alla fine Helen ammette di averla vista trasformarsi in vapore che le è uscito dal naso ed è scomparso.
Ritengo opportuno continuare con "la non accettazione".
Guido Helen in un giro ulteriore in cui metto a confronto una alla volta tutte le opzioni sull'accettazione che mi ispirano i suoi sospiri mentre picchiettiamo...
Anche se voglio accettare questa situazione... e non voglio accettarla...
Mi piacerebbe accettarla, ma non mi piace assolutamente, mi fa schifo...
Posso accettarla, ma a chi la racconto??? Non posso assolutamente, alla mia età poi....
Devo accettarla.... no non devo...
Helen respira in modo molto meno affannoso e dopo un altro pò di giri e di picchiettamento sull'accettazione scoppia a ridere e mi dice "hai proprio ragione, non ho accettato per niente che le cose stiano così!"
"Una lobotomia no?" mi chiede scherzosa.
Alla fine della seduta parlo a Helen del fatto che EFT non è una bacchetta magica in grado di cancellare i ricordi o tanto meno gli eventi, ma sicuramente può intervenire a modificare la nostra reazione agli eventi, che è poi quella che finisce per condizionarci. Insieme decidiamo che fino alla prossima seduta Helen si eserciterà a osservare i pensieri e i ricordi, facendo però un passo indietro nella posizione dell'osservatore distaccato, affinchè tali pensieri, ricordi ed emozioni  non possano "fagocitarla" e lei possa grazie a EFT essere sempre più libera da condizionamenti. 

Virna


(nomi e fatti non salienti sono volutamente modificati per evitare di ledere la privacy dell'interessata.)

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